domenica, settembre 25, 2011

- MERIDIANI -

sottofondo: P.N.G. by DroB

Eravamo fermi di nuovo, davanti un passaggio a livello. L'atmosfera calda della tarda primavera batteva sui vetri mentre fuori il movimento più evidente era quello degli alberi che inghiottivano la ferrovia da entrambi i lati...Sporgevo il braccio per cercare conforto in quei paesaggi di una campagna romana inedita.
Lei aveva quelle rughe illuminate, quelle del sorriso della temperanza che solo una madre può portare così orgogliosamente. Cercava con quell'espressione di comunicare "non siamo poi così in ritardo".
Si invece. Eravamo in un ritardo mostruoso, epocale. E ancora ben distanti dall'aver colto il percorso giusto per arrivare.
Quando il passaggio a livello decise di alzarsi, sembrò che soltanto per noi portasse al seguito un raggio di sole intermittente. Una specie di sveglia aliena molto morbida ci riportava al momento, risollevando di poco il morale. Pochissimo.
Probabilmente il fatto che la radio passasse un brano di Ramazzotti non aiutava molto, ma anche quella della stazione radio era stata una scelta convenzionale per mantenere un profilo di famiglia modello in un viaggio importante e perciò equilibrato; e poi avrebbe evitato che mia sorella, navigatore in seconda per l'occasione, si spazientisse iniziando ad inveire contro tutti gli dei del rock coprendo ogni altro suono disponibile.
(metabolismo)
(carburatore)
"sei sicura che questa strada riporti alla principale? allo svincolo per il centro?"
"ma cosa ne so io, sei tu che vai scovando stì posti assurdi...dove c***o ho messo la cartina!?"
"calmi, tra poco ci fermiamo a fare benzina e chiederemo all'omino"
Aveva questo modo incredibile di definire così genericamente, eppure sempre perfettamente calzante, il benzinaio, il caldaista, il netturbino, l'edicolante...praticamente come tradurre tutta una realtà in un villaggio Playmobil, con un solo vocabolo.
Quasi sorridevo. Poi avevo fame.
Però il medico, questo luminare assoluto della scienza nutrizionale (se ne esiste una a questo punto), non avrebbe di certo approvato quest'espressione paciosa mentre noi si rischiava di saltare l'appuntamento senza poter avvertire. Lontani dalla civiltà o quasi, senza che nemmeno l'idea di cellulare avesse sfiorato la mente umana, avremmo aspettato altri cinque mesi per ottenere udienza.
Ma non lo volevamo. Questa doveva essere sembrata la soluzione definitiva al mio problema, l'ultimo tentativo dei miei cari per dimostrarmi che in fondo "non si può mai dire che sia finita" e quindi avremmo avuto la meglio non solo sul mio disturbo, ma sul caldo, la musica le strade senza senso e tutto il traffico della capitale.
Mio padre era assente giustificato, ma si era premurato di dare una di quelle sue benevole soluzioni lampo con pacca sulla spalla, in cui ogni riferimento spaziale viene dissacrato da nomi di strade come 'via della congiuntura destra' o codici tipo 'la quarta traversa è quella che indica la SS114, ma non fatevi ingannare dal semaforo che sta immediatamente dopo lo spartitraffico.chiaro,no?'.
Facile per lui, aveva smesso di andare a Roma almeno vent'anni prima e si rifiutava di tornarci, forse anche per non scoprire che il suo talento nell'orientamento era stato spazzato via da un uragano edilizio assassino.
Chiaro come un quadro di Escher, si.
Ero il più nervoso, credo, ma lo si è comunque quando la destinazione è l'ennesimo studio medico e proprio stenti a farci l'abitudine, affamato poi. Non ti spaventano quei posti, ma sai ormai che i giorni successivi saranno giorni di privazione, qualsiasi essa sia.
(devo ammettere però che mangiare soltanto gelati dopo un intervento dal dentista poteva rivelarsi piacere immenso e accattivante)
"mamma ma non hai visto che hai passato l'incrocio??dovevamo girare a sinistra c***o!!"
"calmo, torno indietro."
"ma se ci andiamo un'altra volta?aspetteremo, io mi sono rotta le palle di girare a vuoto" "mica stai morendo,te!"
"lo so bene, ma io mi sono rotto le palle di aspettare altri mesi, semplice."
"come ti pare, io ve lo dico: alle 7 stasera voglio essere a casa, chiaro??"
Lo speaker stava passando il testimone all'oroscopo, ma sapevo già che, per quanto me ne fregasse qualcosa, al momento di ascoltare il mio segno sarebbe passata un'ambulanza o avremmo attraversato un sottopassaggio per cui mai avrei saputo del mio futuro prossimo in balìa di Saturno.
"cristo finalmente...ecco questa è la via"
"non bestemmiare, vedi? siamo arrivati"
Lo studio non era poi così austero. Mi aspettavo qualcosa di più marcato, forse addirittura tutti quei poster sulla dieta perfetta oppure sull'iter per diventare un perfetto salutista, incluse poi le cornici a raffica di tutti i titoli di studio raggiunti dal dottorone.
Nulla di tutto questo, una persona gentile e abbastanza innocua mi attendeva dall'altra parte della reception.
Mia madre finalmente tranquilla e riposata sulla poltroncina della sala attesa "vai,sei in buone mani" sembrava dire. Mia sorella iniziava a chiacchierare di tutto o nulla con la segretaria, e questo era un talento che le avevo sempre riconosciuto; non si sarebbe mai annoiata, nemmeno in ascensore.
Dopo la visita di rito ad analizzare la mia incredibile magrezza ed un'occhiata non rapida alle mie ultime analisi, il dottore si sentì pronto ad enunciare il suo responso. Facile, la premessa è sempre un sospiro.
(metabolismo)
(recettori)
"seguimi di là, vorrei parlarne davanti a tua madre"
"Signora, come vi avranno già detto, il problema fondamentale è il metabolismo. Suo figlio ha un problema che tutti vorrebbero: il suo metabolismo lavora ad una velocità allarmante che lo fa dimagrire a vista d'occhio"
Sul 'tutti vorrebbero' pose un'espressione compiaciuta da battuta a segno. Nessuno di noi rise, soltanto perchè lui era ignaro del fatto che questa battuta avevamo avuto modo di sentirla in ogni ambulatorio visitato. La più quotata restava comunque 'suo figlio è fortunato, non potrà mai essere un ciccione'.
Quello che seguì fu una lunga digressione su cause ed effetti, non assoluta emergenza o gravità del disturbo, rimedi naturali associati a terapia costante...ogni dettaglio ulteriore mi sfuggiva nel torpore indotto dalla temperatura dello studio insieme al verdino relax delle pareti ed un pizzico di fame.
Ed ero disarmato. Mi sentivo come immaginavo si sarebbe sentita una lepre sfuggita alla cattura al calar della sera. Cercavo una soluzione, noi cercavamo una soluzione, che sembrava non arrivare.
Ad un tratto, come se l'oratore, accortosi della lentezza di un suo concetto, avesse spinto il tono all'estremo per catturare attenzione, il medico schiarì la voce e pose la sua soluzione. Si trattava di un bivio, eventualmente.
(trasmettitori)
"Suo figlio ha due opzioni. Per risolvere questo problema in via - diciamo - definitiva, dovrà decidere di seguire pedissequamente una terapia che assegnerò insieme ad un'alimentazione bilanciata oppure ignorare il tutto ed aspettare che la crescita, il superamento dell'adolescenza facciano il loro corso e - speriamo - fermino il problema. Il fatto è che, devo dirlo, la terapia a cui vorrei sottoporlo ha degli effetti collaterali. Non è scontato per ogni caso trattato, ma la tendenza alla perdita dei bulbi piliferi, dei denti ed al cambiamento di pelle stagionale - con diafanismo non cronico - sono effetti percentualmente riscontrabili nel periodo successivo al primo anno. Ma nessuna preoccupazione, si risolverebbe tutto con la chirurgia moderna. Grazie a questa terapia, avrete comunque risultati abbastanza velocemente e potrete riavere il figliolo nella forma che conoscete. Il consiglio è di non aspettare troppo".
Disse tutto questo calibrando ogni parola, credo più per trasmetterci calma che altro. Praticamente il silenzio che seguì poteva essere interpretato come riflessione per me, sollievo per mia madre, liberazione per mia sorella. Tana-libera-tutti.
La mia riflessione fu veloce perchè interrotta dalla domanda retorica "che dici, ci vuoi pensare su?".
La decisione che presi fu ovviamente in favore della gioia dei miei anche perchè personalmente, nonostante la giovane età, ero stanco. Stanco di vivere questo pseudo dramma, stanco di ascoltare i pareri poco medici dei parenti, stanco persino di ascoltare il mio stomaco gorgogliare costantemente.
A pensarci bene, credo di aver preso quella decisione anche perchè volevo uscire dallo studio e lanciarmi in una merenda frenetica. La mia fame aumentava a dismisura, avrei potuto mangiare tutto il giorno a seguire per quanto ne sapevo.
Ero giovane, avevo fame di mondo, di conoscenza, di affetto. Volevo che i miei e tutti fossero orgogliosi di me e della mia presenza.
La scelta che feci tra scomparire davanti a loro e scomparire al resto del mondo fu offuscata dalla fame. Ancora.

- PARALLELI -

Eccomi. Di nuovo. A pensarci bene credo che la terapia del dottorone non abbia poi avuto questi eclatanti risultati.
"Buongiorno, come va?"
"..."
"Posso avere un kebab al piatto con patatine ed insalata di humous?"
(tv)
بدأ شهر رمضان المبارك
"..."
Si, ho cercato di regolarizzarmi, di arrivare ad una tregua col mio stomaco e negli anni sono riuscito a bilanciare il peso-forma, passatemi il termine.
Però poi ho smesso con la terapia. Gli effetti pronosticati si erano verificati tutti, ma senza inversioni di tendenza
"piccante, grazie"
"..."
(tv)
أصدرت قناة الجزيرة اليوم وجهه...
anche perchè avevo dato un taglio netto alla relazione con la medicina moderna. Le persone iniziavano a sentirsi a disagio, e le poche che potevano ancora vedermi correvano pericolo...una volta ho rischiato di mangiare perfino la mia ragazza. Avrei potuto inghiottire l'universo, e sembrava stessi iniziando a farlo. Somigliavo sempre di più ad un serpente albino, così pensai bene di tenermi la fame e prendermene cura, se potevo permettermelo.
"Grazie, ecco i 4e50. Arrivederci"
"..."
Ora cammino in mezzo a voi ma non mi vedete. Il mio gradiente è sempre più accentuato, virate importanti verso l'opacità. Sono un essere tutto d'un pezzo ormai, ma questa fisicità posso gustarla da solo perchè nessuno a parte me la riflette. Sto crescendo bene, un appetito davvero insaziabile senza problemi di digestione per le cose più impensabili.
Adesso strisciamo come paralleli tracciati nell'universo io e voi.
Ma voi non avete fame?

1 commento:

giardigno65 ha detto...

tanta