lunedì, marzo 18, 2013

cauto incedere

sottofondo: Sigur Ros - Hoppipolla

...il nostro protagonista incede nei passi cercando di scacciare i pensieri funesti che attanagliano la sua gola.
ha freddo, sente di essere inadeguato a quel clima gelido, ma sa anche che non è la pioggia a fargli quell'effetto.
lei ha aperto il suo cuore, nel momento stesso in cui egli si lasciava andare alla deriva di un sentimento schiacciante. schiacciante e prepotente, di una piacevole invasività.
le sue parole suonarono quasi familiari, suonarono come una firma in calce ad una unione di anime inquiete
familiari come il suono del tiro della sigaretta notturna, così sommesso, così sfuggente ma pur sempre implicito nel tabagista.

ora la paura, più di tutte, è la padrona della scena...nel momento stesso in cui si apre il fatidico vaso di Pandora, ognuno in cuor suo sa che le cose possono cambiare
soprattutto per lei, semmai dovesse scoprire che parlargli le ha fatto male,
e non le rende le cose più semplici, non scivola la fiducia come fino al giorno prima ma complica una relazione così travolgente da non lasciar feriti, così slavina da oltrepassare ogni preconcetto.
il suo sguardo, quello serio, quello molto serio coperto appena dal velo della tristezza di chi adulto si è ritrovato per un istante in un istante
lo aveva distrutto come poteva esserlo una chiglia di un veliero dopo una cannonata.
la paura che può non farle vedere quanto una lacrima possa spiegare meglio di mille parole
la paura di non essere trattata con il rispetto che merita e che ha avuto fino al momento immediatamente precedente.
la stessa paura che lui applica alle cose per non romperle, il timore di tante operazioni a cuore aperto alle quali non ci si è mai abituati.

il tempo che resta, speso nell'attesa di un segnale.
il tempo che resta, passato al ritmo dei tasti mentre scrive di getto nel silenzio inopportuno. vorrebbe che il telefono squillasse, vorrebbe che una chat si aprisse, per la prima volta forse dopo anni.
il silenzio può logorare come l'acqua, se lasciato a se stesso nell'imbarazzo dell'attesa.

poi il telefono squilla.
genuino stupore. non è un call center di telefonia mobile.
dall'altra parte c'è lei, a confermare che la paura, se si vuole, si può affrontare.
che il tempo speso a crescere, ogni tanto, è stato utile a rafforzare un'anima fragile.

[…]

1 commento:

Ga ha detto...