venerdì, luglio 10, 2009

criogenizzati all'aria aperta

sottofondo: david holmes - bow down the exit sign

dopo aver svolazzato allegramente in terra d'Albione in maniera molto veloce (si sa,una falena con le ali bagnate non va molto lontano) ed aver respirato aria d' Irlanda altrettanto in fretta, il ritorno su passi cadenzati come quelli italiani è sempre un pò traumatico. La prima cosa impressionante che salta alle antenne pettinate è il numero di cancelli e recinzioni di cui qui siamo evidentemente appassionati collezionisti.Alti,inquietanti,barocchi,con vetri rotti o grandi oblò,ogni piccola proprietà è dotata di cancellate.Forse separiamo il crimine dal nostro intimo,forse allontaniamo le stranezze dalla nostra vita tranquilla e dosata, una vita di teleparabole ed abbronzature catodiche senza sapere quanto migliore sarebbe considerare il crimine come parte della socialità,unica medicina per guarire la spinta al crimine stesso...In Irlanda si spendono euri per posizionare ottime porte,robusti infissi e curare siepi modellate come fosse il parco Guell,ma non certo per chiudersi attorno recinzioni soffocanti. Chissà,forse solamente una questione di densità di abitanti,forse questione di clima. Infatti lì piove soltanto 4 stagioni l'anno: i ladri non lavorano con la pioggia oppure le persone cercano di aprirsi al mondo? passeggiate, percorsi ciclabili, punti d'incontro...E per noi,che abitiamo un'africa un pò ventilata e florida,risulta difficile usare la bicicletta, troppo poco inquinante e faticosa, mentre risulta così comoda contro il maestrale inglese così come nel gelo d'Olanda...
Ci siamo intorpiditi, abbiamo lasciato che il gelo entrasse in noi invece di lasciarlo fuori, e ci permettiamo di giudicare l'Altro dall'alto delle nostre panchine di marmo nelle piazze. Almeno all'aria aperta.

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